Strano a dirsi, ma quello all’inizio del corso principale sembrava proprio un bistrot. Si giocava a carte, si beveva il Pastis 51 e soprattutto si fumava liberamente fino a notte inoltrata, come nei film con Jean Gabin. Di fianco al bar c’era un palazzone anonimo degli anni ’60, sede dell’unica banca della zona, poi il corso continuava con i suoi negozi fino a tornare sulla provinciale. In vacanza nello stesso paese, dai cui rilievi si vedeva il mare, era arrivata Fabien, moglie di un uomo sospettoso che non aveva trovato di meglio che affidarsi a un detective locale per mettere insieme le prove del suo tradimento. Già, e quando un investigatore come Spiazzi inizia a ficcare il naso nelle pieghe dalla vita degli altri, non si sa mai come può finire la storia, comunque una storia con un leggero retrogusto di anice.